Aeo e Nautica da Diporto

L’approfondimento tecnico sul Codice doganale dell’Unione  e lo specifico aspetto della garanzia sull’obbligazione doganale per gli yacht da diporto con bandiera estera è stato al centro del primo incontro del 2020 dell’International Propeller Club Port of Leghorn.

Il convegno, che ha visto come relatori autorevoli esponenti dell’Agenzia delle Dogane valeva anche come evento di formazione continua per gli iscritti all’Ordine degli Spedizionieri doganali.

I lavori sono stati aperti dalla presidente Maria Gloria Giani Pollastrini, la quale ha voluto ringraziare della non scontata disponibilità gli esponenti della Dogana per un incontro utile e costruttivo con gli operatori del settore e per la sensibilità dimostrata nell’affrontare un problema importante per i molti cantieri e operatori della filiera nautica.

A coordinare e introdurre gli interventi del convegno, dal titolo “AEO e Nautica da Diporto: sviluppi e benefici” è stato proprio il direttore Interregionale per la Toscana, la Sardegna e l’Umbria, il dottor Roberto Chiara.

Il dottor Nicolò Impellizzeri, Referente AEO presso l’Ufficio delle Dogane di Livorno, ha tratteggiato la figura dell’Operatore Economico Autorizzato (in acronimo inglese AEO), nata come certificazione dieci anni fa ed oggi autorizzazione che offre importanti prerogative operative sia nell’Unione Europea sia in Paesi terzi come Svizzera, Giappone e Norvegia. Delle oltre 22mila autorizzazioni rilasciate a livello globale, 183 sono in Toscana e 73 a Livorno. La figura dell’AEO può essere ricoperta da più soggetti nella filiera doganale: tra questi spedizionieri e cantieri. Tra i vantaggi di questa autorizzazione vi è anche l’accesso facilitato alle semplificazioni doganali (la c.d. istruttoria light), una riduzione dei controlli e una garanzia globale per l’importo del dazio doganale corrispondente a due o più operazioni doganali.

La dottoressa Roberta Corsetti, Responsabile della posizione organizzativa Sezione traffici di confine, ha poi delineato le procedure doganali per le riparazioni sulle unità da diporto. Un approfondimento interpretativo ha infatti permesso di distinguere meglio tra il “regime di ammissione temporanea” e il “perfezionamento attivo”. Nel primo caso, quando una nave battente bandiera estera entra nelle acque italiane non necessita della dichiarazione doganale di prestazione della garanzia. Questo regime più favorevole si estende per le riparazioni navali che non cambiano il valore e lo stato sostanziale del bene: revisione e manutenzione dei motori, riparazioni dell’area condizionata, manutenzioni in garanzia, sostituzioni in garanzia e revisioni periodiche. Laddove invece siano necessari lavori di maggior portata, come restauri rilevanti tipici del “refitting”, che vanno ad aumentare il valore della nave, scatta il perfezionamento attivo e con esso una serie di adempimenti quali l’autorizzazione, la dichiarazione e la garanzia doganale.

Queste premesse hanno consentito ai funzionari e al pubblico di addetti ai lavori di affrontare un tema pratico molto sentito dalla cantieristica e dalla rete di Navigo: la garanzia sui grandi yacht battenti bandiera non europea. La questione, che potrebbe apparire solo tecnica, è in realtà molto pratica e fonte di grande preoccupazione: un grande yacht che arriva in Italia per il refitting o una manutenzione rilevante, prima di poter essere lavorato dal cantiere, necessita di una garanzia doganale di diversi milioni di euro; cifra che può salire anche a 20/30 milioni per gli yacht oltre 30 metri. Un’opportunità di lavoro e guadagno per un cantiere locale può quindi trasformarsi in un incubo quando si tratta di garantire una tale somma. La garanzia globale dell’AEO infatti non copre quasi mai cifre di questo livello. Questo adempimento è particolarmente pericoloso per il settore perché si applica solo in Italia, mentre in Francia non è dovuto; una circostanza che tende ad allontanare molti possibili clienti, o almeno quelli più redditizi per il settore.

La dottoressa Antonella Bianchi, Responsabile della posizione organizzativa di elevata responsabilità riguardante l’obbligazione doganale, ha chiarito la questione e fatto intravedere una possibile soluzione. Il nuovo Codice dell’Unione infatti regola il dazio, ma non i tributi. La garanzia sul tributo, quella che va a danneggiare la competitività del settore, deriva invece dal Testo Unico della Legislazione Doganale (Tuld), quindi dalla sola normativa italiana. Per risolvere alla radice il problema serve una modifica al Tuld, per la quale è stato avviato un iter a gennaio 2020 con una delega al Governo. Ma, la modifica necessiterà di almeno due anni di tempo. Nell’attesa – ha spiegato la dottoressa Bianchi – si può agire a livello interpretativo della norma attuale tramite il concetto di “notoria solvibilità”. L’Agenzia delle Dogane sta infatti valutando la possibilità di alzare il livello di esonero per le aziende più affidabili. Questo compito dovrebbe essere affidato alle Agenzie territorialmente più vicine alle aziende che lo richiederanno.

Il convegno è stato chiuso dal dottor Pietro Angelini, direttore generale di Navigo, la rete di aziende di nautica della Toscana. Angelini, ringraziando per l’ascolto e l’attenzione delle Dogane, ha ricordato come la nautica sia profondamente cambiata e in questi tre anni sia tornata a crescere su due cifre, soprattutto in un distretto originale come quello toscano. L’incontro tra aziende e armatori – ha aggiunto – si completa anche tramite i feedback che vengono dai comandanti degli yacht, da anni ospiti e interlocutori del distretto.

In platea, graditi ospiti del Club, c’erano anche sua eccellenza il Prefetto di Livorno Gianfranco Tomao, il Presidente dell’Autorità di Sistema Stefano Corsini, Il Comandante in seconda della Direzione Marittima Francesco Tomas, l’Assessore al Porto del Comune di Livorno Barbara Bonciani, diversi funzionari della Dogana, il presidente del Consiglio territoriale degli spedizionieri doganali, Maurizio Macera e la presidente di Navigo Katia Balducci.

Al termine dell’incontro, prima della cena conviviale, dal socio Roberto Alberti sono presentati due nuovi soci: Franco e Andrea Pardini, Commercialisti e revisori dei conti.