La sicurezza sul lavoro non è solo un obbligo amministrativo e un centro di costo per l’azienda: significa salvare una vita, evitare gravissime invalidità e raggiungere un obiettivo ambizioso, quello di scendere dallo spaventoso dato nazionale che segna una media di 3 morti sul lavoro ogni giorno in Italia. Si tratta di un obiettivo raggiungibile, ma c’è bisogno innanzitutto di un cambio di mentalità. La sicurezza sul lavoro deve essere vista come una pratica quotidiana non come una prescrizione cui adeguarsi e da tollerare.
Questi ed altri argomenti sono stati trattati lunedì 15 aprile in un incontro dal titolo “Il valore della Sicurezza. Un bene per Te e per la Tua azienda”.
“La ricorrenza, il 28 aprile prossimo, della Giornata Nazionale della Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro” – ha spiegato Maria Gloria Giani Pollastrini, presidente Propeller Livorno “ci offre l’occasione per ricordare che la salvaguardia della vita umana non è soltanto un adempimento di legge. Considerando che il 90% degli incidenti avviene per effetto di comportamenti non sicuri e legati ad abitudini sbagliate, intervenire sulle persone e sulla motivazione può contribuire a creare un ambiente ancora più sicuro”.
I lavori sono stati aperti dal Prefetto di Livorno. Il dott. Gianfranco Tomao ha fatto una carrellata sulle tante declinazioni della sicurezza e sui diversi ambiti connessi alla Prefettura. Ha inoltre ricordato che oltre al rispetto delle regole e dei canoni tecnici, c’è soprattutto il buonsenso. L’importanza della consapevolezza delle proprie azioni dovrebbe essere una abitudine di vita, come chiave di sviluppo per una cultura della sicurezza che già inizia nelle scuole, germoglia da giovani e si consolida infine nel mondo del lavoro. Il Prefetto, tra le sue competenze, ha quella di approvare i piani di sicurezza esterna per gli impianti più pericolosi. A Livorno sono 13 le aziende con piani di emergenza con le prescrizioni più incisive.
“Il porto è il luogo naturale per la prevenzione sul lavoro – ha aggiunto il Direttore Maittimo della Toscana, Amm. Giuseppe Tarzia – Ed è da sempre sotto la lente della comunità scientifica per la pluralità di rischi intrinseci che sono connessi alle attività che vi vengono svolte; da qui un regime di specialità normativa”. Tarzia ha poi fatto un excursus normativo, soffermandosi in particolare sul D.Lgs n.272/99, dedicato proprio alla sicurezza e salute dei lavoratori nell’ambito portuale. Riferendosi alle attività connesse e alle imprese a rischio rilevante, Tarzia ha concluso che serve un’interazione responsabile e lungimirante di tutti gli attori coinvolti: l’Autorità marittima, l’Autorità di sistema portuale, le Asl, i Vigili del Fuoco con azioni di “confronto tra le aziende” e “formazione come veicolo del patrimonio di conoscenze per il lavoratore”.
Il Commissario dell’Autorità di Sistema Portuale, Pietro Verna, ha proseguito sul tema del D.Lgs. 272/99, sottolineando come la specificità delle operazioni portuali è di per se pericolosa si pensi alla movimentazione di container, il lavoro in stiva, il caricamento e l’attività ferroviaria con la presenza dei binari“. “In questo decreto legislativo troviamo norme di condotta che coinvolgono tanti attori in una visione olistica”.
Come far fare un salto di qualità alla sicurezza sul lavoro? Davide Scotti, ha portato l’esempio di Saipem e del movimento Italia Loves Sicurezza. Scotti è partito dal case-history di Saipem: “La multinazionale ha in media 35mila dipendenti in posti di confine, come gli impianti offshore. C’è stato e c’è tuttora un grande impegno del top management in procedure e nuovi linguaggi per fare un cambio culturale. Sono riusciti ad abbattere dell’81% gli incendi mortali in 12 anni”. “sono numeri che non si celebrano, neppure se applicati a 300 milioni di ore lavorate”. L’esperienza e la conoscenza di Saipem sono poi diventate una fondazione dedicata proprio alla sicurezza, LHS.
“Le leggi arrivano fino a un certo punto, oltre serve un cambiamento culturale – ribadisce Scotti – Il 90% degli incidenti è legato al comportamento; le azioni e le omissioni dei leader hanno delle conseguenze su questo. Il problema principale oggi sono le distrazioni: da qui l’importanza della concentrazione, della presenza (focus), quindi della consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni”. Scotti cita alcuni numeri che lasciano il segno sulla platea: “Vi ricordate l’incidente del pullman in Spagna accaduto a marzo 2016? Sette vittime su 13 erano italiani, anche se sul mezzo viaggiavano studenti di tutte le nazionalità. Ebbene (e mostra alcuni articoli dell’epoca): parte degli italiani non aveva allacciato la cintura di sicurezza. Quanti di voi allacciano la cintura sui sedili posteriori?”. Scotti conclude infine con un numero: “Tre. E’ il numero medio di persone che perdono la vita ogni giorno sul lavoro. Italia Loves Sicurezza vuole contribuire anche ad abbassare questi numeri, organizzando 20 eventi a Livorno e 1000 in tutta Italia”.
La parola è poi passata alle ambasciatrici su Livorno di Italia Loves Sicurezza: le psicologhe Claudia Cafferata e Francesca Cini. Le “Ambassadors” hanno spiegato come i fatti dell’alluvione e i recenti incidenti sul lavoro accaduti a Livorno le hanno spinte ad impegnarsi in prima persona. Ad oggi sono stati organizzati laboratori nelle scuole, incontri con le aziende per i RSSP e il 28 aprile ci sarà un maxi-evento alla terrazza Mascagni. In quell’occasione verrà organizzata una giornata aperta alla cittadinanza con la collaborazione dell’Accademia Navale, i Vigili del Fuoco, Svs, Inail e vari sponsor. l’hastag è: #ILS19 . In programma anche una regata col cuore rosso del movimento come simbolo. “L’Obiettivo – spiegano Cafferata e Cini – è sensibilizzare chi si occupa di sicurezza sul lavoro e offrire un nuovo approccio che metta al centro le persone”. Questo ricordando che non basta fissare le regole, ma che siamo umani quindi servono alcuni accorgimenti nel favorire l’apprendimento (“Le emozioni fissano i ricordi”), ben sapendo che poi nella pratica lo stress incide sui livelli di attenzione, specialmente in ambiti di particolare complessità come quelli portuali.
In platea erano presenti anche il Questore di Livorno, il Comandante provinciale della Guardia di Finanza, il Comandante dell’Accademia Navale e l’Assessore comunale all’Edilizia, l’arch. Paola Baldari.
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