Alla scoperta dello stabilimento Solvay di Livorno

Proseguono gli incontri “nel salotto ” del Propeller Club Port of Leghorn. Ospite della presidente Maria Gloria Giani Pollastrini è stata l’ingegner Maria Cleofe Volpe, direttrice dello stabilimento Solvay di Livorno, incontro  che ha consentito non solo di presentare al cluster portuale un esempio di successo professionale al femminile, ma anche di far conoscere meglio l’impianto industriale di via Leonardo da Vinci a Livorno.

La Solvay è presente col proprio marchio nel porto dal 2011, ma lo stabilimento esiste dal 1935 da quando iniziò la produzione di Litopone, un pigmento a base di bario e zinco. Dal 1991 Rhone Poulenc aveva poi iniziato la lavorazione di alluminati per il trattamento delle acque. Dal 2002 prende il via invece la produzione di silice precipitata. Questo composto è un fissante minerale che favorisce l’abrasione, l’assorbimento e il rafforzamento in diversi materiali. Come abrasivo la si utilizza come componente dei dentifrici, come assorbente viene utilizzata nella carta e nella sua funzione di rafforzamento la si inserisce nei composti di pneumatici, polimeri e silicone. Dall’impianto di via Leonardo da Vinci – 55mila metri quadri e una banchina dedicata – escono quattro gradi di composti, i quali vengono utilizzati nella realizzazione dei pneumatici.

Il gruppo belga in Italia è focalizzato sulla produzione dei polimeri e della soda con i suoi derivati; impiega 2000 persone in otto stabilimenti ed è il secondo gruppo chimico dopo Eni. Solvay ha investito 120 milioni sul territorio e registrato 154 brevetti negli ultimi due anni. L’impianto di Livorno, che è raggruppato con quello di Ospiate sotto la denominazione “Solvay Solutions Italia Spa”, impiega 57 persone con un fatturato complessivo di 154 milioni di euro.

A livello di gruppo, Solvay nasce nel 1863 e nel 1912 si installa a Rosignano, applicandovi i principi di social welfare già utilizzati a partire dal 1878 nei suoi stabilimenti europei ed americano. La storia della multinazionale della chimica va di pari passo con la storia dei consumi: nel 1950 inventa la bottiglia di plastica e nel 1990 inventa i precipitati di silice ad uso automobilistico. Le sfide del futuro riguardano l’energia rinnovabile e i prodotti eco-compatibili. Solvay in Italia si divide attualmente in quattro comparti: “advanced formulations”, “performance chemicals”, “advanced materials” e “functional polymers”. La produzione di silice precipitata rientra nel terzo settore. Nell’impianto di Livorno arriva la sabbia tunisina via nave che viene poi cotta per essere poi trasformata in microgranuli solubili. Sotto la direzione dell’ing. Volpe, quindi da gennaio 2017, il sito di Livorno ha registrato un aumento delle performances dell’8% ed una riduzione dei costi del 12%.

Maria Cleofe Volpe è laureata in ingegneria Chimica all’Università di Salerno, con una tesi sperimentale che ha portato ad un brevetto per conto di una Società Svizzera che produce principi attivi micronizzati (Micromacinazione SA). Dopo la laurea ha lavorato alla Procter & Gamble, dove è entrata a far parte del team che ha sviluppato il prodotto oggi commercializzato come “Lines è”. Successivamente ha conseguito un dottorato di Ricerca con un lavoro sulla purificazione di oli esausti. È in Solvay dal 2005. Nel 2014 si è trasferita a Lione per assumere il ruolo di coordinatore europeo degli uffici di ingegneria, e successivamente è stata responsabile mondo per l’ottimizzazione dei progetti di investimento e dei capex (spese per gli investimenti) rilasciati dal gruppo ai vari stabilimenti.

In chiusura di incontro Maria Cleofe Volpe ha mostrato due foto in parallelo. Nella prima, scattata nel 1927 in occasione della riunione promossa dalla Solvay con i più importanti fisici di quell’epoca, c’era solo una donna (e che donna): Marie Curie. Nel 2017 erano tutte donne, ad eccezione di un solo uomo. La silice europea parla anche al femminile: al vertice internazionale c’è An Nuyttens, presidente di Solvay Silica.

Al termine dell’esposizione dell’ing. Volpe sono seguite diverse domande. A chi le chiedeva se questo ruolo sia più chimico/tecnico o gestionale, ha risposto: “ora sicuramente è più gestionale. Ma ho avuto la fortuna di lavorare in laboratorio e fare direttamente ricerca. A 5 anni volevo fare l’ingegnere e ci sono riuscita”. Alla domanda se esista lo spionaggio industriale: “Esiste, ma più spesso la concorrenza agisce facendo offerte generose ai dipendenti per spostarsi in altre società”.  Tra le sfide del futuro per il settore: “Manca ancora una diversificazione dei mercati di riferimento”.  E infine sulla logistica: “Ci troviamo bene nel porto, anche se non sfruttiamo a pieno le banchine, essendo i nostri clienti in Europa; motivo per cui si utilizza il trasporto su gomma per la consegna del prodotto finale”.

In rappresentanza della componente femminile erano presenti anche, come presidentesse dei rispettivi Club Service, Laura Antico (Lions Mediceo), Patrizia Lensi (Lions Host), Angela Simini (FIDAPA), nonché Elena Konstantos , Console Onorario di Grecia a Livorno e socia Propeller.